Avete mai visto su Sport Channel tiro al piattello?
Il tiratore grida “Pool“, lanciano i piattelli, e lui in una frazione di secondo deve calcolare la velocità e la traiettoria del piattello, la velocità e la direzione del vento, dove puntare il fucile per colpire il bersaglio, e nel frattempo muoversi per mirare e tirare il grilletto.
Vedere tiro al piattello mi ha fatto pensare – ok, con un salto logico non indifferente – alla prima volta che ho fatto una due diligence su un portafoglio di crediti e mi sono chiesto: e io come faccio a stimare le probabilità di recupero?
Dovevo stimare lo stato di lavorazione, le possibili ulteriori attività, gli esiti che avrebbero dato, i tempi ed i costi.
POOL!
L’analisi di un pacchetto di crediti è un’attività delicata, sia che si tratti di un’attività professionale finalizzata all’acquisto o alla vendita del portafoglio, sia che si tratti di un’attività interna all’azienda.
Da un lato non può prescindere da una valutazione personale e basata sull’esperienza di ciascuno, dall’altro deve comunque essere oggettivata sulla base della statistica e standardizzata proceduralmente per fondarsi su dei parametri reali e non meramente soggettivi.
Ci sono infatti alcuni punti in cui è imprescindibile muoversi sulla base di una valutazione personale, ed altri su cui invece è possibile rifarsi a dati precedenti.
Non esiste, certo, un Santo Graal che dia la certezza di fare la cosa giusta, ma l’esperienza può portare ad una soluzione funzionale che si riesca a declinare poi di volta in volta adattandola alle singole particolarità del portafoglio.
La mia esperienza mi porta a consigliare, prima di tutto, la frammentazione del portafoglio.
Bisogna stabilire dei parametri in cui dividere il portafoglio, vari parametri, e per ciascuna variabile di ciascun parametro reperire dati statistici sull’efficacia del recupero.
Ad esempio, dividere il portafoglio in:
- tipo di credito: chirografo o garantito;
- anzianità del credito: vari scaglioni di anzianità;
- valore del credito: vari scaglioni di valore;
- tipo cliente: privato, professionista, società di persone, società di capitali;
- localizzazione geografica: zona, o regione, o provincia;
- stato delle precedenti azioni: stragiudiziale, diffida legale, decreto ingiuntivo, opposizione, ecc.;
Ogni credito deve quindi essere diviso per i vari parametri (ad esempio il debito 1, della Tizio Snc, è un garantito da ipoteca, con anzianità tra 60 e 90 giorni, valore tra 50k e 75k, società di persone, in Toscana, e finora è stata esperita solo l’azione stragiudiziale, mentre il debito 2 della Casio Spa è un chirgorafo, con anzianità oltre 360 giorni, valore oltre 500k, società di capitali, in Lombardia, e siamo arenati all’opposizione al D.I.), e per ciascuno dei parametri va eseguita una valutazione fondata sulla precedente esperienza possibilmente con dati storici alla mano (ad esempio: so che i debiti ipotecari hanno una redemption del 65% mentre i chirografi del 25%, che i debiti tra i 50k e i 75k li recupero di solito al 50% mentre i debiti oltre i 500k li recupero al 80%, che le società di persone mi rendono fino al 45% mentre le società di capitali fino al 55%, che in Toscana riporto il 65% mentre in Lombardia il 60%, che dove non è stata eseguita alcuna azione legale posso arrivare al 80% mentre dove si sono opposto al D.I. di solito finisce con un 50% di possibilità di recupero).
Vanno quindi create delle tabelle pivot che per ciascuna delle caratteristiche ti riportino una probabilità di recupero, e che poi facciano la media dei vari crediti.
Per ognuna delle categorie, poi va eseguita una verifica sui crediti per aggiustare il tiro delle statistiche, ed anche questo aggiustamento va tabellato.
A questo punto avremo il portafoglio diviso in categorie omogenee che presentano varie ipotesi di recupero, e su questo possiamo fare la media, oppure le medie (se decidiamo di mantenere la divisione di alcune categorie) dandoci un più ampio range di possibilità.
Nel fare la media possiamo ponderarla dando valori diversi ai diversi parametri, a seconda di quali siano, secondo la nostra esperienza, quelli più influenti.
La valutazione di un portafoglio di crediti non può essere una scienza esatta, ma di certo si può arrivare ad una certa approssimazione.
Il problema è quando non si dispone di dati, oppure di dati coerenti.
Mi è capitato una volta di vedere valutato un portafoglio sulla base dei risultati di un basket teoricamente molto simile, in quanto era il medesimo prodotto, ma che in realtà aveva avuto lavorazioni precedenti estremamente diverse e più approfondite. Rendersi conto di questo in una due diligence è questione di sensibilità ed esperienza. Alzai la mano segnalando la cosa e dando il mio parere. Non vi dico se fu accettato oppure no. Però vi posso dire che il risultato che diede il portafoglio fu quello da me atteso.
Nulla come un’informazione sbagliata può sballare qualsiasi calcolo, e d’altra parte non si può fare tutto ad istinto, senza oggettivare.
Lo dicevo all’inizio: valutare i crediti è delicato, difficile ed importante.
Siete pronti a gridare Pool e valutare i vostri crediti?
Per approfondire il tema, non posso che consigliare, prima di tutto… me stesso! Ecco il link alla pagina Amazon in cui si può trovare il mio Manuale pratico di gestione del credito commerciale edito da Primiceri Editore. Ho davvero cercato di approfondire tutti gli aspetti della gestione crediti che mi trovo quotidianamente di fronte nel mio lavoro di credit manager, dall’apertura del cliente al recupero, dall’analisi del credito al passaggio a perdita.
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