Nei siti, nei corsi e nei percorsi di miglioramento personale ed auto aiuto spendono normalmente decine di articoli per elencare le scuse più comuni per non fare lo sforzo necessario a compiere i passi necessari, e come vincerle.
Visto che funziona per loro, oggi voglio farlo anch’io ed elencare le scuse più comuni che i creditori si dicono per non fare lo sforzo di recuperarsi i soldi, e come superarle.
Smetti di sbuffare pensando che è un’idiozia e continua a leggere, che forse anche tu le stai usando.
E non perché sei strano, stolto o sbagliato, ma perché chiedere i soldi è un’attività che ti smuove fortemente dalla comfort zone, ed è normale quindi che cerchi di rimandarla, o di trovare risposte alternative.
Vediamo se hai mai detto una delle 6 prossime frasi, così ne parliamo pi approfonditamente, e ti dirò la mia idea in merito e come venirne fuori.
1- Vabbè, è solo un ritardo, ma pagherà.
Sì, ho capito. Però tu il lavoro mica gliel’hai fatto quando avevi voglia, gliel’hai fatto quando te l’ha detto lui. Non facendoti pagare alla data stabilita stai mancandoti di rispetto. Tu. E se non ti rispetti tu, perché dovrebbe farlo lui? Mica è fesso… Inoltre tu le tue spese per la fornitura le hai già affrontate, e devi pagarle, perché devi finanziarlo?
Puoi capire che abbia delle difficoltà a pagarti, ma avrebbe dovuto dirtelo prima, in modo da farti valutare se tu puoi riuscire ad affrontare il ritardo.
Ricorda che il tuo lavoro vale quanto il suo, e da contratto vale precisamente quei soldi che non ti sta dando.
2- Mi sembra maleducato, è brutto chiedere soldi.
Anzitutto, i soldi non sono una cosa brutta, ma semplicemente, secondo la scuola austriaca di economia, i soldi sono la merce più comune sul mercato. Quindi leviamoci questa idea che fanno male, rovinano le persone, o ti fanno diventare cattivo. Torna il discorso di prima sul rispetto. Mica sono bruscolini, e neanche il tuo tempo. Perché tu ti sei sforzato di fargli il lavoro (e magari il cliente ti ha anche ben monitorato, che non sgarrassi o ritardassi) e non devi sforzarti di fartelo pagare?
Siamo tanto impegnati a lavorare, ma poco tesi a dare valore al nostro lavoro!
Diamoci una mossa e sollecitiamoli.
3- Gli faccio il c**o, gli faccio!
Questo è il top.
Dillo, che ti è successo.
Pensare che lo farai, e che riuscirai a portarti a casa tutto il cash, ma intanto stare fermo, e limitarti a pensarlo, anche ben aggressivamente.
Queste sono quelle che Giulio Cesare Giacobbe, psicoterapeuta, professore di psicologia delle filosofie orientali ed autore di vari best seller, chiama tecnicamente seghe mentali.
Se vuoi fartene meglio un’idea e capire perché questa frase non ti avvicinerà al tuo obiettivo e finirà col farti malissimo, ti consiglio questo libro: G.C. Giacobbe, Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita.
Al di là del titolo fuori dagli schemi, è stato uno di quei libri preziosi per mantenere il contatto con la realtà ed aiutarmi a portare a casa i soldi sul serio: infatti nulla come il distacco dalla realtà ti danneggia quando stai chiedendo quattrini.
Ho visto vari imprenditori smarrirsi e rimanere inattivi limitandosi a pensare che poi li solleciteranno, questi pagamenti, e lo faranno meravigliosamente, salvo poi limitarsi per mesi a pensarlo, e di seguito magari anche farlo, ma molto tardi e molto male.
Non essere presente nella realtà fa si che tu ti perda inseguendo pensieri inutili come quello appena descritto, e/o che poi proceda basandoti su falsi presupposti: magari chiami e parti troppo aggressivo perché nella tua mente stavi venendo truffato, mentre si tratta di una dimenticanza, oppure ti fai mettere i piedi in testa perché hai paura di sembrare sgarbato, mentre l’altro sta davvero prendendoti per i fondelli.
4- Devo sentire l’avvocato.
Niente di male in questo. Però, cortesemente, prima cerca di esperire almeno un tentativo stragiudiziale.
Facendo previamente un tentativo bonario, potresti ottenere il medesimo risultato ma con investimento molto minore.
L’avvocato – giustamente, data la sua professionalità e preparazione – di solito non fa gratuitamente nemmeno una chiacchierata, quindi prima di chiamarlo devi fare un bel calcolo costi/benefici.
Questa spesso diventa poi una scusa per non fare niente, e lasciare il credito lì, non visto, a deteriorarsi ed ammuffire come un panino scordato in frigorifero.
5- Ma poi lui si lamenta con gli altri clienti.
Può essere vero.
Qui, però, entra in gioco la tua bravura commerciale, sia nel sollecitare lui che, soprattutto, nel gestire gli altri clienti in modo che si fidino di te e capiscano che nelle sue parole qualcosa non quadra.
Di fatto, quello che così stai facendo è perdere soldi per paura di perdere soldi.
Fai un bel respiro profondo e valuta bene cosa ti conviene.
6- Ma io non sono bravo a chiedere i soldi.
Se sei un imprenditore, dal male al malanno è meglio che almeno ci provi. Si tratta del tuo compito di manager responsabile.
Meno scuse e più quattrini!
In conclusione, anche in questo caso dobbiamo fare un bell’esercizio di quello che, qualche tempo fa, mi sono permesso di definire yoga creditorio, facendo riferimento al trattamento dei clienti non paganti e alla creazione di una policy.
Lo descrivevo così: un fare silenzio delle proprie emozioni per rimanere sui fatti oggettivi e quindi gestire al meglio quel respiro dell’azienda che è il cash flow.
Sembrano sciocchezze.
In realtà, per la mia esperienza, sono solo maniere non ortodosse di ricordarsi che stiamo lavorando, e che il lavoro che stiamo facendo ha bisogno di compiere azioni, anche personalmente difficili.
Ho voluto chiamarlo yoga creditorio un po’ per ridere, un po’ perché – diciamolo – è ancora di moda parlare di yoga per ogni amenità.
Di fatto, però, quelle che suggerisco sono attività di riflessione sulla strategia da compiere come imprenditore che non sta venendo adeguatamente pagato dai clienti.
Quindi ora prova a fidarti, e segui questo secondo esercizio, che potrebbe riportarti alla realtà della situazione aziendale e della necessità di farsi pagare.
Mettiti comodi e chiudi gli occhi.
Inspira e inizia: “Per farmi pagare…”
Espira e pensa: “…devo chiedere i soldi”
Inspira e prosegui: “Se non mi pagano…”
Espira e termina: “…devo chiudere tutto”
Ripetilo per una decina di volte.
Vedrai se alla fine non ti viene voglia di prendere la cornetta e fare due parole con il debitore.
Sempre con il giusto atteggiamento e la cortese professionalità necessarie, tema su cui non mi stanco di ripetermi (ad esempio qui, o qui).
Per approfondire il tema, non posso che consigliare, prima di tutto… me stesso! Ecco il link alla pagina Amazon in cui si può trovare il mio Manuale pratico di gestione del credito commerciale edito da Primiceri Editore. Ho davvero cercato di approfondire tutti gli aspetti della gestione crediti che mi trovo quotidianamente di fronte nel mio lavoro di credit manager, dall’apertura del cliente al recupero, dall’analisi del credito al passaggio a perdita.
Photo by Elena Loshina on Unsplash
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